
Cuba, tra passato, rivoluzione e futuro (2a parte)
Viaggio di tre settimane a Cuba, in solitaria, da L’Avana a Baracoa. Nella seconda parte: a tu per tu con la Rivoluzione a Santa Clara e Santiago de Cuba, la bellezza di Camaguey, il fascino tropicale e i profumi di cioccolato di Baracoa e un ultimo giro per L’Avana.
Vi ho lasciato qualche settimana fa su una spiaggia a bere mojito. Ora è tempo di riprendere il racconto delle mie tre settimane a Cuba e di fare rotta verso est! Se vi siete persi la prima parte del viaggio la trovate qui. Nella seconda vi porto a Santa Clara, Camaguey, Santiago de Cuba e Baracoa, per poi tornare a L’Avana per un ultimo giro di salsa!
Giorni 12 e 13: Santa Clara
Lasciato il Cayo dopo un’ultima giornata di mare, giungo a Santa Clara: la “città di Che Guevara“. Santa Clara fu infatti liberata dal Che durante la rivoluzione e per questo fu scelta per ospitare le spoglie del Comandante.
La mia sosta a Santa Clara è piuttosto breve ma sufficiente per vedere le cose più importanti della città. Il primo pomeriggio faccio un giro fino alla piazza principale, il Parque Vidal. Qui campeggiano bellissimi edifici coloniali e si possono ancora osservare i fori di proiettile della battaglia rivoluzionaria del 1958 sulla facciata dell’Hotel Santa Clara Libre.
Il secondo giorno, di buon mattino, vado a visitare il Conjunto Escultorico Comandante Ernesto Che Guevara, che è monumento, mausoleo e museo allo stesso tempo.

Il Conjunto Escultorico Comandante Ernesto Che Guevara a Santa Clara
Il Che a Santa Clara è ovunque, più che altrove: sulle vetrine, sui muri e soprattutto, nel piccolo memoriale dove riposano i suoi resti. Più che nella maestosità del mausoleo, infatti, è nello spazio sottostante, dal tetto di legno e con vegetazione naturale, che si percepisce vivida la sua presenza. In un piccolo loculo, adornato dalla stella del comandante e da un garofano rosso (il fiore del partigiano!) si trovano i resti di uno degli uomini più importanti del secolo scorso, simbolo di lotta all’imperialismo, rivoluzione e libertà.
Il museo invece colpisce per la sua modernità, rispetto agli altri musei visitati, e per lo spirito amorevole di ricordo con cui è stato creato.
L’altro punto importante della città legato a Che Guevara che vado a visitare è il Monumento alla Toma del Tren Blindado che sorge nell’esatto punto in cui Che Guevara e 18 giovani rivoluzionari provocarono il deragliamento di un treno blindato con una ruspa e qualche molotov.

Nel pomeriggio riparto verso est per fare rotta su Camaguey.
Giorno 14: Camaguey
Ah che bella scoperta Camaguey! Non so perché le mie aspettative di questa città erano piuttosto basse. A parte le vie più strette e tortuose e qualche bella chiesa mi aspettavo la solita città coloniale; invece fin dal tragitto in taxi verso la casa particular si intravedono palazzi ben restaurati e calles pedonali.
Passeggiando per la città si rivela tutta la sua bellezza e l’ottimo stato di conservazione del centro e degli edifici principali. Belle le piazze e le chiese, piacevoli i musei e anche l’ospitalità della casa particular (Casa Yaneva).
La città non è molto grande, per cui in un giorno o poco più si riesce a visitare il centro storico, ammirare le numerose chiese, l’affascinante Necropolis costellata di tombe bianche e il Mercado Agropecuario Hatibonico, uno dei più belli di Cuba.

Giorni 15-16 Santiago
Un viaggio notturno in Viazul mi porta da Camaguey a Santiago de Cuba, la seconda città più grande del Paese.
Calda, calda, calda! Anche a distanza di tempo le prime parole che mi vengono alla mente di questa città sono queste.. Sebbene abbia sofferto il caldo un po’ ovunque quello di Santiago è particolarmente asfissiante.
Dopo una colazione dalla terrazza dell’ostello con vista su tutta Santiago esco in esplorazione. Cattedrali, piazze, musei.. la città è un po’ più caotica delle altre, ma ugualmente affascinante, anche se si fanno notare i jineteros parecchio assillanti!
Il primo giorno visito la casa di Diego Velazquez, la Catedral e il Museo Bacardì (istituito dal magnate del rum). Infine vado al grande Cimitero monumentale dove, tra gli altri, si trovano le tempo del famoso Josè Martì, di Compay Segundo e del rivoluzionario Frank Pais.

Il secondo giorno ho avuto il piacere di incontrare all’ostello una coppia di ragazzi romani con cui ho passato l’intera giornata. Abbiamo fatto visita al Cuartel Moncada, al Castillo del Morro, da cui si ammira un bellissimo paesaggio, e al Museo della Lucha Clandestina. Ci concediamo anche un aperitivo sulla terrazza dell’Hotel Casa Granda, con magnifica vista sulla baia al tramonto, e dopo cena un giro alla Casa della Trova.
Giorni 17-18-19: Baracoa
Se Camaguey è stata una sorpresa, Santiago calda, la parola che associo a Baracoa è “magica”! La guida aveva ragione, tra la rigogliosa foresta tropicale, i sapori di cocco e cioccolato, il mare a due passi, questa cittadina è certamente una delle mie favorite di tutto il viaggio!
Il primo pomeriggio esploro il centro città, molto piccolo ma ben curato, e il minuscolo Museo Archeologico. E poi, al richiamo dei bici-taxi che si offrono di portarmi alla Playa ritorno a casa a mettermi il costume e mi fiondo in spiaggia. La spiaggia cittadina di Baracoa non è certo comparabile con quella del Cayo, soprattutto perchè la sabbia è scurissima, ma il paesaggio circostante con le palme, la collina del Parque Humboldt e la foce del Rio Miel la rendono comunque piacevole.

Il secondo giorno partecipo a una bella escursione alla Boca de Yumurì che comprende la visita a una casa dove si coltiva chocolate, un giro in barca con bagno sul fiume Yumurì e infine una sosta in spiaggia. La gita è anche allietata da un’ottima compagnia: tre ragazzi italiani e una ragazza svizzera che ritrovo in serata e con cui andiamo a ballare alla Casa della Trova. Ebbene sì, dopo più di due settimane a Cuba ho ceduto anche io al ritmo della salsa!
L’ultimo giorno a Baracoa lo passo in totale relax a Playa Magana, una bella spiaggia a pochi chilometri dalla città e dopo un’ultima cena a base di pesce cotto nel latte di cocco sono pronta per tornare al punto di partenza.
Giorni 20-21-22: L’Avana
Ritorno all’origine.. L’impatto con Habana Centro stavolta è stato decisamente migliore, anzi, è quasi come mi fosse un po’ mancata la vita pulsante di queste strade.
Nei primi due giorni di questo ultimo weekend cubano esploro ciò che ancora mi mancava: il Vedado, con pausa gelato alla famosa gelateria Coppelia, il Museo della Ciudad e la Fortaleza de San Carlos de la Cabaña per la cerimonia del Cañonazo, in cui attori, travestiti con uniformi del XVIII secolo, ricreano lo sparo di cannone che fino al 1850 dava il segnale di chiusura delle porte della città.
La sera, insieme alla coppia di ragazzi incontrati a Santiago, ci mescoliamo ai cubani per ammirare i carri del Carnevale, che loro festeggiano chissà perchè ad agosto.

Il terzo giorno mi concedo un’ultima giornata di mare a Playa de l’Este, una cena al ristorante Prado 115, per l’ultima delle tante cene a base di aragosta, e, per concludere in bellezza, un mojito sulla terrazza dell’Hotel Inglaterra.
Giorno 23: Si torna a casa
Prima di andare in aeroporto ho giusto il tempo di un’ultima passeggiata ad Habana Vieja, l’acquisto di qualche souvenir e un giro sul Malecon per dire arrivederci a questo paese meraviglioso. Un volo per Milano, con scalo a Mosca mi riporterà a casa, arricchita di tante esperienze e nuove conoscenze. Queste tre settimane a Cuba sono state un’esperienza fantastica, fatta di momenti, persone, paesaggi, colori e sapori di cui porterò a lungo il ricordo.


